IL SACRO

Mi è stato chiesto di “raccontare” il ricordo e la sensazione di quel pomeriggio di maggio. Il risultato è una carta “impressa”, disegnata soltanto dalla luce, perché è dello scultore rinunciare al segno e al colore di fronte alla carta: un’immagine a rilievo, tutta bianca, simile a quegli stucchi settecenteschi che tante immagini sacre tramandano.

Senza i volti di Maria e del bambino Gesù. Mi hanno chiesto: perché?… Due le ragioni, una di allora, e l’altra di oggi. E’ l’immagine quale mi rimase impressa quel giorno: due “vuoti”, profondi e scuri, nel luccichio della grande superficie dorata. Oggi so cosa c’è dietro quei vuoti. L’allora mistero si è svelato. Ma ho preferito lasciarli tali (“La mia Madonna di san Luca”)

Calici

1974 esegue il calice per il proprio matrimonio con Elisabetta Frejaville

1981 esegue il calice cesellato a sbalzo in ottone dorato e pietre dure, che dona a S. Giovanni Paolo II in occasione della sua visita a Bologna il 2 aprile 1982

1991 Calice x l’amico don GianFranco Fregni

Crocifisso glorioso

1987/88 esegue un “Crocifisso glorioso” in bronzo sbalzato, dorato e patinato con inserti di pietre dure per la Chiesa di S. Maria delle Grazie, Bologna

1992 cura la riproduzione del “Crocifisso glorioso” in bronzo fuso, dorato e patinato, con inserimenti di pietre dure per la Biblioteca di san Domenico in Bologna

1994 Crocifisso glorioso donato alla Chiesa in Albania su richiesta di don Antonio Sciarra

Famiglia Nazareth

1984/85 esegue su commissione la pala “La famiglia di Nazareth” in bronzo sbalzato e pietre dure per Casa Punta Anna al Falzarego

Pala raffigurante la “Famiglia di Nazareth”, in ottone cesellato, sbalzato a mano e patinato dall’artista, con inserti di pietre dure.

Donato all’amico don Gianfranco Fregni per la Casa “Punta Anna” per le famiglie al Passo Falzarego

Cm 172 x 113

Madonna di San Luca

1992 per la Cooperativa editoriale “I Martedi” esegue la litografia a rilievo “La ‘mia’ Madonna di san Luca”, di cui cura successivamente multipli in bassorilievo di diversi materiali

Pastorale

1985 esegue un bastone pastorale che consegna all’Arcivescovo di Bologna Giacomo Biffi in occasione della sua nomina cardinalizia

Bastone pastorale in ferro brunito, con applicazioni in ottone cesellato a sbalzo e dorato ed inserti di pietre dure (corniola, ametiste e tornaline) e perle. Raffigurante tralci di quercia, ghiande e fiori.

Donato, a nome delle famiglie bolognesi, all’Arcivescovo Giacomo Biffi in occasione della sua nomina a cardinale

Cm 180 x 10 x 20

Porta Santa

1985/86 esegue su commissione il bozzetto in bronzo sbalzato e smalti “Io sto alla porta e busso ..” per la Porta Santa della Basilica di san Paolo fuori le Mura, Roma

“Io sto alla Porta e busso”, bozzetto definitivo per la Porta Santa delle Basilica di San Paolo Fuori le Mura di Roma, in ottone cesellato a sbalzo, brunito e dorato con inserti di smalti.

Cm 120 x 90

Ora conservato presso la Chiesa di San Giuseppe Sposo a Bologna (dove l’Artista ebbe l’ispirazione)

Testo: “Ecco, sto alla porta e busso”

(Apocalisse 3,20)

Progetto per la Porta Santa per la Patriarcale Basilica di S. Paolo fuori le Mura, Roma

Il progetto per la Porta Santa della Basilica di S. Paolo fuori le mura in Roma, fu proposto da Francesco Brunetti, su richiesta dell’Abate benedettino Giuseppe Nardin.

L’Abate intendeva cosi celebrare l’opera del pontefice Giovanni Paolo II, commemorando l’Anno Santo straordinario della redenzione del 1983-84, il cui motto era stato “Aprite le porte a Cristo!”. La prematura scomparsa dell’Abate e dell’artista impedirono la realizzazione dell’opera.

Nella primavera del 1986, ascoltando la messa domenicale, Francesco Brunetti fu ispirato dalla lettura della visione della Gerusalemme celeste, che l’Apostolo Giovanni descrive nei capitoli 21 e 22 dell’Apocalisse.

“Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cieloe la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. […] «Vieni, ti mostrerò la fidanzata, la sposa dell’Agnello».

L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio.

Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porte. Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello. Colui che mi parlava aveva come misura una canna d’oro, per misurare la città, le sue porte e le sue mura. La città è a forma di quadrato, la sua lunghezza è uguale alla larghezza […] Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. Le fondamenta delle mura della città sono adorne di ogni specie di pietre preziose. Il primo fondamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l’ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l’undecimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta è formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente. Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello […] Mi mostrò poi un fiume d’acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello.

In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall’altra del fiume si trova un albero di vita […]”

La Porta e prevista in unica anta, circondata da un arco costituito dal sovrastante architrave e da due lesene laterali. L’intera raffigurazione della Porta rappresenta la storia

della salvezza: per il sacerdozio regale di Cristo, mediante la Chiesa, la redenzione trasforma l’umanita peccatrice, quando “l’Anno di grazia” del Messia sara realmente

compiuto. Al centro della Porta, in bassorilievo, e raffigurata la Gerusalemme celeste: una citta quadrata, percorsa dalla croce dorata risultante dalle dodici porte, tre per ogni lato, delimitata agli angoli dalle raffigurazioni degli apostoli; quattro quadrati, in bronzo brunito, portano incisa la sintesi della salvezza, gli ultimi messaggi dell’Apocalisse: in alto a sinistra “Santo, santo Dio, colui che era, che e e che viene”; a destra “Ecco la dimora di Dio con gli uomini, dimorera con essi ed essi saranno il suo popolo”; in basso, a sinistra, “Si, vengo presto. Amen”; in basso a destra un grande castone dorato, a suggello finale.

Nella fascia superiore della Porta, e raffigurato un Cristo crocefisso e glorioso; sotto le braccia, ancora due iscrizioni “Re dei re” e “Signore dei signori”. Ai piedi del Crocefisso, Maria Corredentrice ed il Pontefice. Nella fascia inferiore il bassorilievo evoca, con le mura, la citta terrena e, nel cerchio centrale, la drammatica presa di coscienza del peccato da parte di Adamo ed Eva.

L’architrave porta inciso il tema posto dall’Abate “Ecco sto alla porta e busso. Se uno mi sente e mi apre, io entrero e ceneremo insieme, io con lui e lui con me” (Ap. 3,20); al centro, in bronzo dorato, la simbologia trinitaria dello Spirito Santo, esattamente sopra la raffigurazione del Cristo crocefisso, sacerdote e re.

Nelle lesene è inciso il passo descritto in Ap, 21-22; a sinistra è inserito lo stemma pontificio con la frase “Aprite le porte a Cristo”; a destra è inserita la canna con cui l’angelo misura la citta. L’opera (cm 90 x 120), interamente cesellata a sbalzo con inserti di smalti policromi, è stata collocata fino a luglio 2023 nella Chiesa di S. Giuseppe Sposo a Bologna dove Brunetti ebbe l’ispirazione creativa e ora riposizionata nell’auditorium della parrocchia di S. Pio X a Massa (MS) dove risiede la figlia Sara.

San Benedetto

1988/89 esegue su commissione una pala d’altare in bronzo sbalzato “S. Benedetto” per la Chiesa di S. Antonio, Maccarese (Roma)

Pala in ottone sbalzato dall’Artista con inserti di pietre dure.

Tabernacolo

1993 tabernacolo per Crespellano

Tabernacolo in ottone cesellato a sbalzo e dorato con inserti di smalti. Eseguito su richiesta del parroco di Crespellano (BO) don Sergio Pasquinelli. Donato alla parrocchia per la cappella della Casa per Anziani.

Madonna delle famiglie

Copertura dell’icona in ottone dorato cesellato a sbalzo dall’Artista con pietre dure

Varie

1984 “Non abbiate paura, aprite, anzi spalancatele porte a Cristo”: bassorilievo su carta racchiuso nel plexiglas. Cm 12 x 12 x2. 30 multipli

1984 Contemplata alii tradere x “I Martedì di san Domenico”. “Contemplata aliis tradere” (San Tommaso): fusione in bronzo a cera persa su modello cesellato a sbalzo dall’Artista, con inserto di pietra dura, affogato nel plexiglas. Multipli commissionati dalla cooperativa “I Martedì”. Cm 14,5 x 11,8 x 2,8

1986”Io vado al Padre mio, Padre vostro, Dio mio, Dio vostro”: ceralacca su cui è impressa una frase da stampo realizzato dall’Artista. Cm 52 x 41. 30 esemplari

1987 ceramica raffigurante lo Spirito Santo. Diametro 15,5. 56 multipli

1992 evangeliario Crespellano. Evangeliario in argento 800/1000 cesellato a sbalzo con inserti di turchese, coralli, lapislazzuli. Cm 35 x 25. Donato alla parrocchia di San Savino, Crespellano (BO)

1992 per la Cooperativa editoriale “I Martedi” esegue la litografia a rilievo “La ‘mia’ Madonna di san Luca”, di cui cura successivamente multipli in bassorilievo di diversi materiali. Realizzata in ottone cesellata e sbalzata

Litografie su carta cm 75 x 60. L’Artista ne fece altri multipli in diversi materiali (ottone, argento, carta) che riprese singolarmente con patine, smalti,…

Porta tabernacolo per Ancona in avorio

Opere per sacramenti figlie e nipoti

Vetrate

1991 progetta su commissione una vetrata raffigurante lo Spirito Santo, Avezzano (AQ)

Vetrata eseguita dalla vetreria bolognese Gamberini su disegno dell’Artista.

Diametro 90 cm

Ora è posta al centro del rosone d’entrata della chiesa di santa Maria delle Grazie, Bologna