Il miglior riconoscimento per la fatica fatta non è ciò che si ricava,
ma ciò che si diventa grazie ad essa.
John Ruskin
Io faccio scultura, e come chiunque operi in questo ramo dell’arte, i miei primi passi si sono “affondati” nella terra; nella creta si sono plasmate ed espresse le mie prime esperienze.
E’ nel 1968 che forma e contenuto, tecnica ed espressione, idea e materia s’incontrano e si fondono nel bronzo.
(Francesco Brunetti)
Storia dell'artista
Francesco, detto Checco, è di salute cagionevole e, per le troppe assenze, non viene ammesso all’esame di V elementare. Si rivela una grande opportunità: il nuovo maestro riconosce in lui una tale vena artistica da consigliare di iscriverlo all’Istituto d’Arte. Qui, pur eccellendo in tutte le forme artistiche, si indirizza verso la scultura.
Diplomato Maestro d’Arte, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna. È di questi anni il suo impegno creativo nel settore grafico-pubblicitario, per alcune industrie e case editrici.
Agli inizi degli anni 60 giungono i primi successi in campo artistico: a soli 19 anni vince il 1º premio per la scultura al “Premio Nazionale Lerici”, seguito da numerosi altri riconoscimenti negli anni successivi.
L’inizio ufficiale nel mondo dell’Arte avviene all’inizio dell’insegnamento, come assistente del professor Enzo Pasqualini al Liceo Artistico di Bologna e con la sua prima “personale” nel 1970 presso al Galleria d’Arte “La Nuova Loggia” di Bologna.
Oltre alla compagnia artistica dello zio Bruno Saetti, ormai affermato pittore bolognese, Francesco cresce nell’amicizia e alla scuola di Giovanni Korompay, pittore.
Diversi critici d’arte hanno scritto di lui in occasione di mostre o premi: Luigi Lambertini, Luciano Bertacchini, Giorgio Ruggeri, Oscar Signorini, Valerio Dehò, Mirta Carroli, Corrado Marsan, Lorenza Trucchi, Silyus e altri.
Tra gli anni ’70 e ’80 diverse saranno le mostre personali che l’artista esporrà a Roma, Modena, Rovigo, Bologna, Venezia, Riccione (FC), Crespellano (BO) e in altre località.
Gli anni ’80 e ’90 sono più dedicati a opere di arte sacra: Crocifissi, calici (anche uno sbalzato appositamente per il papa Giovanni Paolo II in visita a Bologna e che l’artista riuscirà a regalargli personalmente), un evangeliario, un bastone pastorale (regalato a nome della diocesi al mons. Giacomo Biffi per la nomina a cardinale) e altre opere minori su commissione.
Nel 2016 la moglie Elisabetta cura insieme al Comune di Valsamoggia (BO) la mostra celebrativa “Il racconto della Materia” a 20 anni dalla morte dell’artista, con il patrocinio della Diocesi di Bologna, il contributo della Pro Loco di Crespellano e la collaborazione della galleria “Artifigurative”.
Alla morte di Checco, la figlia Sara dirà alla mamma: “Ora saremo noi i suoi Trionfi!”
(da “Francesco Brunetti Mio Marito” di Elisabetta Frejaville)
Biografia
Francesco Brunetti nasce a Bologna il 10 giugno 1941.
È figlio di Otello Brunetti e Maria Saetti (sorella del pittore Bruno Saetti). I suoi genitori hanno già tre figli, Giovanni, detto Gianni, Pietro e Paolo.
La famiglia risiede a Roma, dove Otello, figlio di ferroviere e ferroviere lui stesso, lavora e dove la sua passione di modellista ferroviario, ereditata dal nonno Luigi e dal padre Giovanni, è molto apprezzata sia da privati sia nel suo stesso ambiente di lavoro (suoi modelli vengono esposti anche all’estero per rappresentare le Ferrovie Italiane).
Dopo la guerra la famiglia torna a Bologna, a Porta Saffi, dove hanno sempre vissuto le famiglie Brunetti e Saetti e dove Otello e Maria resteranno fino alla morte, giunta per entrambi, a distanza di pochi mesi, nel corso del 1988.
Nell’aprile del 1972 conosce, durante un viaggio a Parigi, Elisabetta Frejaville, che sposa nel settembre del 1974. Avranno 3 figlie, Chiara nel 1976, Sara nel 1978 e Maria Giovanna, detta Genny adottata nel 1983. La famiglia diventerà il suo motore e la sua opera più preziosa. Sacrificherà molto la carriera artistica per stare con la sua famiglia.
Dal 1974 al 1988 vive a Bologna, in via Saragozza, continuando a lavorare presso lo studio, che condivide con suo padre, in viale Silvani.
Dal luglio 1988 la famiglia Brunetti va a vivere a Crespellano (BO), dove nel 1993 l’artista trasferisce anche lo studio.
Nel gennaio 1991 è colpito da infarto. La progressiva compromissione delle sue condizioni fisiche, lo costringe a lasciare l’insegnamento e a rallentare l’attività artistica.
Muore il 4 dicembre 1995 nella sua casa di Crespellano.
L’essenziale e che quei materiali, quali che siano, mi permettano di scrivere come io voglio nuovi capitoli del mio racconto. Se sarà cosi lo avrò scritto per qualcuno: altrimenti resteranno solo bronzo, legno, materie acriliche.
(Francesco Brunetti)
Insegnamento
All’inizio degli anni ’70 comincia la sua esperienza nell’insegnamento come assistente del professor Enzo Pasqualini al Liceo Artistico di Bologna.
Nel 1972 vince il concorso per la Cattedra di Figura e Ornato Modellato presso il liceo Artistico di Bologna e che mantiene fino al settembre del 1991, quando a motivo della salute dovrà andare prematuramente in pensione.
Oltre che un insegnante Francesco Brunetti, il “prof.”, sarà un vero educatore per i suoi allievi che accompagnerà nella vita e nelle scelte. Da chi sceglierà di cercare fortuna oltre oceano, come Andrea Baruffi, a chi sceglierà una vita di consacrazione religiosa in Monastero: tutti i suoi allievi sanno che possono parlare con il Prof. Brunetti.
Cosi come le sensazioni esterne vengono “filtrate” attraverso la personalità dell’artista per dar luogo ad un racconto che è appunto del tutto personale, allo stesso modo tecniche e materiali sono sottoposti a questo filtro e ne escono quasi mutati
(Francesco Brunetti)